Quel giorno benedetto da Dio, abbiamo incontrato Nick nel primo pomeriggio ma contrariamente al previsto, non mi sono sentito particolarmente emozionato quando sono entrato nella stanza e gli ho stretto la mano ringraziandolo immediatamente per tutto quello che ci hanno regalato con la loro musica. Lo avevo immaginato così come si è presentato: una persona semplice e disponibile, molto elegante e sobria ed ho percepito come con Roger Waters ed altri artisti e personaggi Vip che ho incontrato nella mia carriera che più sono grandi ed importanti nel loro ambito e più sono normali e modesti nella loro vita.
Lui ci ha stretto la mano e ci ha fatto i complimenti per come abbiamo eseguito i brani che lo hanno visto divenire così famoso, ed ha autografato il mio rullante con una speciale dedica che peraltro riporta gli autografi di diversi batteristi come Billy Cobham, Stewart Copeland dei Police, Ian Paice dei Deep Purple, Carl Palmer di Emerson, Lake & Palmer.
Quando gli regalai il mio libro dedicandoglielo con mio autografo lui contraccambiò dedicando a sua volta la copia del suo libro con la frase: Thanks Flavio for your book!’
L’unico piccolo rammarico della giornata e di quell’incontro è che nonostante il nostro incitamento, non abbia suonato qualche pattern sulla mia batteria: sarebbe stata un’ulteriore perla nella mia collezione.
Fin da quando nacquero i Floyd Machine l’impegno fisico e psicologico per me comincia almeno due giorni prima della data prefissata per un live in quanto essendo tutto il service, la logistica di trasporto, carico-scarico, montaggio delle strutture, dei fari, del maxischermo circolare, della strumentazione ed amplificazione ed impianto P.A. nonchè frigobar e catering per tutta la band e crew a mio totale appannaggio devo partire per tempo a preparare tutto!
Ammetto che nella maggior parte dei casi occuparsi di tutto quello che entra in due camion mi fa giungere a poco prima del concerto privo di energie e con tanta preoccupazione che ogni ingranaggio di tutta la maestosa ‘macchina’ funzioni a dovere e senza intoppi tecnici ma appena si spengono le luci sul pubblico e parte l’introduzione mi allaccio la bandana nera e mi ricarico magicamente con un’adrenalina così forte tanto che riesco a trasmettere per oltre 2 ore successive la mia energia anche ai miei compagni di palco e puntualmente al pubblico.
Per questo ringrazio l’atmosfera molto speciale che regna nei Floyd Machine, perché essenzialmente non siamo professionisti ma un gruppo di amici che con mezzi autonomi riescono ad ottenere risultati da grandissimi eventi e fino a quando riuscirò ad attendere fisicamente a tutto questo farò in modo che continui ad essere il motore che ci fa stare uniti.
E’ un’ulteriore soddisfazione ricevere tanto affetto dal pubblico che ci segue sempre più numeroso, perché questo mi ripaga di tutto il lavoro che svolgo anche dietro le quinte, e questi successi li condividiamo insieme da anni divertendoci e facendo divertire il pubblico.
Da alcuni anni Michela Taioli è chi comanda gli effetti audio-video durante i live ma soprattutto è entrata al mio fianco alla guida della Band con mansioni di Manager e responsabile e finalmente per me è stato un alleggerimento tecnico molto importante perchè la gestione di 20 persone, del palco, del service oltre che delle burocrazie varie e della riunione per le prove era davvero divenuta difficilmente controllabile.
Negli anni siamo cresciuti tecnicamente in maniera davvero esponenziale e la sostituzione di alcuni elementi hanno accresciuto enormemente il nostro livello esecutivo facendoci distinguere positivamente da tutte le altre decine di formazioni che imitano i veri Pink Floyd in Italia ed all’estero che presentano stesure modificate e strumentazioni che nulla hanno a che vedere neppure lontanamente con i brani ed i suoni eterni composti da Gilmour, Mason, Waters e Wright.
….Lunga vita ai Floyd Machine ed alla vera musica dal vivo!