Dalla nascita nel 1960, il modello Jazz bass presentò la tastiera del
manico prodotta unicamente in palissandro e solo dal 1971 venne aggiunta
in catalogo l’opzione della tastiera in acero con segnatasti di colore
nero in alternanza al classico manico rosewood.
Questo esemplare di rara reperibilità mostra un manico con tastiera
in acero e binding+block di colore nero avuto in dote dall’amico
ex-musicista ‘Beat’ Giorgio Bergonzi ex musicista della scena
musicale Lombarda della decade ’70/’80.
Agli inizi della decade ’60 vennero fornite a catalogo con costi aggiuntivi le opzioni di ottenere ‘su ordinazione’ colorazioni differenti
o manici con tastiera in acero malgrado non in produzione ufficiale, ma
queste opzioni richiedevano rilevanti costi aggiuntivi che come logico ne limitarono energicamente la richiesta.
Questo strumento aggiunge alla rarità di possedere un manico datato Dicembre ’68 richiesto ufficialmente con tastiera in acero su acero il fattore di presentare la rara colorazione custom olympic white applicata sulla vernice precedente sunburst
(over-sunburst) effettuata in Italia a Bologna dal rivenditore
ufficiale Casale Bauer Italia su espressa richiesta del cliente al
momento dell’ordine di acquisto.
Questa opzione veniva offerta sia in U.s.a.(fender Factory return) che in Europa (Sellmer per
l’Inghilterra, Francia e Germania, Casale Bauer per l’Italia) solo se
richiesta ai rivenditori ufficiali che ottenevano occasionalmente in sede piccole forniture di vernice originale tramite la Fender Factory Statunitense facendola applicare in laboratori di fiducia.
Queste lavorazioni ufficiali ‘over-colour’ spesso ‘over sunburst’ erano riconoscibili se effettuate in
U.s.a. grazie a grandi numeri identificativi impressi sullo strumento o
sul manico per il riconoscimento di ritorno al titolare legittimo mentre in
europa potevano essere vidimate opzionalmente da piccoli timbri sotto la piastrina
seriale o nella zona dell’alloggio del manico e/o nel manico stesso.
Queste riverniciature ‘ufficiali’ sono talvolta materia di discussione
affrontandone l’analisi in quanto possono risultare applicate dalla mano
dell’uomo in metodo differente rispetto alle lavorazioni ufficiali
standard utilizzate all’epoca dalla Fender Factory proprio perchè ultimate da differenti impiegati, ma la prova spesso
inconfutabile della loro autenticità è data oltre che da eventuali sigle
o timbri dell’epoca, dall’odore tipico delle vernici di quegli anni che
comprendevano nella loro composizione l’elemento ‘piombo’ che rilascia
un inconfondibile ‘aroma’ assolutamente irreplicabile in quanto risultando nocivo alla
salute venne abolito e vietato fin dagli anni ’70 a livello globale.
Naturalmente un ‘refinish ufficiale’ deve essere considerato comunque originale con una
lieve defezione valutativa rispetto al ‘custom order’ che in tanti casi poteva
essere comunque apposto in U.s.a. ad uno strumento sunburst o con altro
colore e commerciato come 100% original custom color senza presentare i
numeri impressi di ‘return- Factory finish’.
La paletta mostra sul retro il terzo bottone reggi cinghia aggiuntivo che
verrà eliminato in produzione dopo pochi mesi ed ha subito, dopo avere
effettuato le fotografie per il libro ed il sito, la sostituzione delle
meccaniche con altrettanto originali ‘Lollipop’ semplicemente ritenute
da me a parità di condizione ed epoca, più eleganti.