La Mostra è resa possibile grazie al generoso sostegno di MARIO BOCCACCINI. In esposizione al Palazzo Rasponi dal 16 al 24 giugno in occasione del Ravenna Festival 2018.
Tra le invenzioni che hanno caratterizzato la storia della musica quella della chitarra elettrica può essere paragonata all’invenzione dell’astronave. Segnò un prima e un dopo. La musica voltò pagina e iniziò ad esplorare altre galassie. Basta questo per comprendere il significato e il valore della mostra “Fender Vintage”.
L’esposizione, una vera perla del Ravenna Festival 2018, arriva direttamente dal Fender Vintage Museum dei collezionisti romagnoli Flavio Camorani e Michela Taioli, la più importante raccolta di Fender al mondo con oltre cento pezzi di cui molti rarissimi.
Quella di Fender fu una rivoluzione frutto di un’ostinata ricerca. Dopo aver di fatto inventato la chitarra elettrica, costante fu l’impegno per facilitare il compito di chi l’avrebbe suonata. Da qui la creazione di modelli sempre innovativi e diversi nobilitati dai giganti della storia del rock come Pete Townshend, Jimi Hendrix, David Gilmour.
Era il 1950 quando per la prima volta comparve una chitarra elettrica in un negozio di strumenti musicali, quella data segnò l’inizio della musica moderna. A generarla fu il rivoluzionario Leo Fender, fondatore dello storico marchio Fender con sede in California (USA), la sua innovazione fu nel creare strumenti semplici e pratici, funzionali a tutti i musicisti. Sinonimo di qualità, ecletticità ed artigianalità, la Fender Factory divenne leader mondiale della musica, creando strumenti musicali tutt’ora in uso; produsse la prima chitarra elettrica e il primo basso elettrico della storia.
Il Fender Vintage Museum è la mostra di tutti gli strumenti a corde solid body ed amplificatori prodotti dalla storica Fender Factory. Il museo ripercorre il periodo d’oro della Fender mostrando tutti i modelli di strumenti elettrici ed amplificatori costruiti dal 1951 al 1974 anno della sua cessione ad altra società. Un viaggio imperdibile all’interno della storia della musica rivolto a tutti gli appassionati.
Tale Progetto costituisce un unicum in quanto non esiste in tutto il mondo una così completa ed accurata collezione. Gli oltre 100 esemplari, corredati di originali custodie, sono stati riuniti in oltre trent’anni di meticolosa perizia e passione, esposti al pubblico con rispettive targhette identificatrici in ordine cronologico e filologico, ideata per far rivivere sonorità ed emozioni che hanno accompagnato un’epoca indimenticabile.
Cataloghi, manifesti, documenti, memorabilia e fotografie originali dell’epoca corredano e donano valore aggiunto al Fender Vintage Musem.
“Più che una raccolta di strumenti musicali è lo spaccato di un’epoca che va dagli anni ’50 ai ’70, ovvero gli anni del mondo Fender – spiega il collezionista Flavio Camorani – Infatti, la mostra non è costituta di soli strumenti a corde ma anche da amplificatori, effetti analogici, cataloghi, memorabilia, depliant, manifesti, loghi, reggichitarre, mute di corde, fotografie, documenti reperiti per testimoniare quello che è stato la rivoluzione di Leo Fender e della musica moderna. La ricerca di questi strumenti è iniziata 35 anni fa e l’ultimo tassello è arrivato da pochi mesi: è una raccolta in continua evoluzione di strumenti dal 1946, anno di fondazione della Fender, al 1974, quando il marchio Fender passò nelle mani della multinazionale CBS”.
Una delle tante particolarità del “Museo Fender Vintage” è quello di appartenere ad un unico proprietario (di solito vengono esposti nei musei strumenti o opere d’arte provenienti da vari collezionisti o gallerie d’arte) e soprattutto il fatto di contenere almeno un esemplare di tutti i modelli prodotti dal marchio Fender da catalogo ufficiale dal 1946 al 1974, per questo viene definita come una collezione completa.
Oltre a ciò tutti gli strumenti presenti sono 100% originali e funzionanti e spesso sono stati noleggiati per sessioni di studi di incisione per artisti e musicisti vari. Ulteriore particolarità è che ogni strumento a corde possiede la propria custodia originale, una per ogni modello e sono tutte diverse.
Lo strumento Fender per eccellenza è la chitarra Stratocaster, ma in collezione sono presenti tanti altri modelli quali Telecaster, Jazz Bass, Precision Bass, Jaguar, JazzMaster, Bass VI, Bass V, Steel guitars anche nominate chitarre hawaiane, solo per citarne alcuni.
Altra particolarità consiste nel fatto che alcuni strumenti in collezione sono tra i primi in assoluto prodotti dal marchio Fender. La Stratocaster è nata nel 1954 e in mostra se ne trovano ben tre di quell’anno; il Jazz Bass è nato nel 1960: un esemplare di quell’anno sarà in esposizione; così per la Jaguar, nata nel 1960.
Proprio del 1946 è l’ultimo strumento trovato qualche mese fa dopo anni di ricerca; si tratta di un piccolo amplificatore a valvole modello Deluxe Woodie Model 26, trovato a Auckland (Nuova Zelanda) battendo la concorrenza all’asta di Joe Bonamassa e che verrà esposto al pubblico per la prima volta a Pordenone. Sempre a Pordenone, da segnalare per importanza la Stratocaster del 1954 Hard-tail , ossia senza il vibrato, perché da catalogo cominciarono a produrla ufficialmente dal 1955; quindi questa 54 è una rarità e ve ne sono pochissime unità in tutto il mondo. Il Precision Bass 1952, uno dei primissimi bassi elettrici della storia; uno dei tanti meriti di Leo Fender fu proprio quello di trasformare il vecchio contrabbasso acustico in elettrico e questo Precison Bass del 1952 è uno dei primissimi testimoni di questa rivoluzione. L’amplificatore Woodie Deluxe è un modello davvero rarissimo perché i primi anni di produzione erano ancora esperimenti e in fase di affinamento. La Telecaster del 1951 e Telecaster del 1952 sono due dei primissimi modelli di chitarra elettrica costruita. Il Bass VI è modello diventato noto perché fu utilizzato anche da Jack Bruce e fu suonato dal bassista dell’orchestra della Rai per l’incisione delle musiche di Ennio Morricone per il il film “Per un pugno di dollari”.
Importante anche la piccola collezione nella collezione di Telecaster blue flower, Telecaster bass blue flower, Telecaster red paisley e Telecaster bass red paisley del 1968-1969 perché in questi modelli non era stata apposta la vernice ma essendo in piena epoca figli dei fiori “hippy” era stata apposta carta da parati a fiori rosa e blu. La rarità di questi strumenti sta nel fatto che questa carta da vernice tendeva a sgretolarsi e quindi veniva tolta per essere riverniciata e quelle che invece rimanevano integre venivano spesso sverniciate perché questa finitura a fiori era considerata molto femminile, quindi nulla di mascolino per cui di originali al 100% ne sono rimaste davvero poche: in mostra ce ne sono ben quattro.
Come utilizzatori di Stratocaster sono da citare soprattutto David Gilmour, Jimi Hendrix, Eric Clapton, Mark Knofler, Ronnie Wood, Ritchie Blackmore. Come utilizzatori di Telecaster: Bruce Springsteen, Keith Richards, Jimmi Page, George Harrison. Come utilizzatori di Precision Bass: Roger Waters, Sting, Donald Duck. Come utilizzatori di Jazz Bass: Jaco Pastorius, John Paul Jones. Per il Bass VI: Jack Bruce. La Jaguar venne utilizzata nelle colonne sonore dei film western. Presente anche il Rhodes Piano Bass, strumento che veniva utilizzato dal tastierista dei Doors per la parte ritmica di basso perché nel gruppo non c’era un bassista e quindi lui sopperiva con questo piano-bass.
INGRESSO LIBERO
Dal 16 al 24 giugno 2018 tutti i giorni dalle 15 alle 19 (sabato, domenica e festivi dalle 11 alle 19)